domenica 30 maggio 2010

Jair

Da piccolo tenevo all'Inter.
Sì, si dice tenere e si intende tifare. Nel mio caso...simpatizzare.
Tutti i cugini tenevano all'Inter. Eliana, Giuliano, io e anche Roberta.

Era il volere dello zio Giancarlo, papà di Giuliano o Pop, come lo chiamava lui.
Lo zio era un vero sfegatato interista sin da piccolo.
La domenica, per lui, era giornata di sofferenza, tensione, gioia o "lutto".
Cappellino con i colori nerazzurri in testa, bandierone di 3 metri sul balcone e...apriti o cielo.

Stava sdraiato sul letto con la radio appoggiata sul comodino. Era da vedere.

Se poi l'Inter avesse perso...silenzio di tomba e immediato mal di testa che durava sino alla domenica successiva.
Noi cugini, e sono sicuro di parlare anche a nome degli altri, tifavamo Inter più per non deludere lo zio che per vera fede calcistica.
Lo zio Giancarlo è morto parecchi anni fa. Ho pensato a lui sabato scorso quando l'Inter ha vinto la Coppa, mentre camminavo verso la fermata del passante di piazzale Dateo. Erano le 22.00 circa e a Milano è esploso un boato.

Lui avrebbe apprezzato, si sarebbe precipitato sul balcone ad esporre la bandiera. Probabilmente l'avrei visto anche sorridere e ridere.

Io invece da 10 anni ho deciso di non farmi prendere più per il culo da 22 cocainomani miliardari e mercenari.

Non te l'ho mai detto zio ma a me dell'Inter e del calcio non è mai fregato...

Grazie comunque per la bella foto che mi scattasti a 6 anni con indosso la maglietta di Jair. Non ti dimenticherò mai...

Tuo nipote, Ivan

domenica 9 maggio 2010

Il tavolo

La voglia di litigare...
La voglia di dirsi le cose...
Un confine sottile che non si riesce a superare...
Un'interruzione che incombe sempre...
Un tempo che non basta...
Un benessere che mi pervade...