mercoledì 23 dicembre 2015

Di seguito

Mi faccio trasportare dalla candida onda del tempo verso una mezza pace serena che tenta di placare la quota melanconica e triste e rabbiosa, in attesa del concreto.

Buone feste...

giovedì 22 ottobre 2015

Viaggio dentro

Mi trovo a camminare sul confine.

Mi trovo a guardare oltre.
Ma non lo raggiungo.
Mi trovo a voler spiccare un salto.
Ma una gamba non mi da la spinta.
Mi trovo a fantasticare. Sì, in quello sono bravo.
Mi trovo a "guardarmi da fuori". E mi osservo. E mi vedo.

Sento due mani, forse di più, sulla schiena.
Cercano di spingermi. Ma mi trovo a resistere.
Quando invece il cuore vorrebbe andare.
Ma il cervello (ahi, maledetto!) mi censura. Non da il comando.
Unico cuore comandato dal cervello. Bah....

Mi trovo a un bivio. Ma non scelgo. Cerco la terza via. Forse la quarta.
Trovo al mio fianco nuove figure.
Mi trovo a guardarle.
Mi trovo a gioire.
Mi trovo a decidere.
Qui.



lunedì 21 settembre 2015

48

Ancora per poco.

Contatto ristabilito.

Leggero conto alla rovescia.

Rivisto.

Poi gli ultimi quaranta e il 4 se ne andrà.

Rientrato.

Questa barba.

Di protesta.

Ehi....
Ehi....
Sei sveglio?
Ciao, Ivan.
Quasi buon compleanno....

martedì 28 luglio 2015

Coordinate

Sono sul balcone al quinto piano.
E' sera, inoltrata.
Sono sul balcone della mia infanzia. Che mi segue.
Le montagne sono parzialmente oscurate dai grattacieli.
Il traffico scorre tranquillo.
Il suo rumore mi teneva compagnia.

Volto lo sguardo a sinistra e vedo la sagoma di una vecchia signora.
Affacciata alla finestra.
La conosco.
E' la mamma di una caro amico.

Vedo anche il grattacielo. Il più alto d'Italia.
Dietro passa un aereo in fase di atterraggio.
Un puntino luminoso.

Lo scorso anno, in questo periodo, progettavo la mia "pausa".
Ero euforico.
Ero "preso".
Avevo deciso.
Dal balcone guardavo verso ovest. Sarei andato in quella cittadina per un po' di tempo.
Staccare la spina. Riflettere. E poi decidere.

Dal questo balcone guardavo la strada. Familiare.
Scrissi qualche post.
Cominciai a telefonare.
Cominciai a reagire.

Adoro i grattacieli e adoro la campagna.
Vorrei una sintesi.

L'animo ne ha tratto giovamento.
Il fisico è stanco.

Ancora nessuna sintesi ma una pacificazione con il mio cuore.
Che un po' si è aperto.

Provo a ritornare.
Provo a ripartire.

Forse verso nord.

martedì 23 giugno 2015

Svolta

Distacco.
Fine del viaggio.
Foto di passaggio. In una stazione.
Rifiuto di farsi fotografare.
Desideri di immagine.

Distaccare.
Le persone intorno a me.
No.
Raffreddare e rendere più maturo il rapporto.
Disincanto.
Adesso fatica per la distanza.
Fastidio.
Sedersi per forza.

Staccare.
La spina.
Ma con chi?

Benessere nello spirito.
Malessere nel fisico.

Un po' di fastidio.
Cercando di recuperare la forma fisica.

Insofferenza. Armonia.
Acceso. Spento.
Uffa. Basta.
Recupera.
Con nuove immagini.....

mercoledì 6 maggio 2015

Giro di boa

Mi alzo dalla poltrona e guardo dalla finestrella.
Come quando mi affiancavo, da bimbo, al manovratore del tram.
E' più moderno.
Ma i binari sono uguali.
Sembra ovattato.
Vedo il percorso farsi incontro.
I ponti. Gli alberi. I fiumi.
In lontananza vedo la struttura.
Attraverso il vetro. Alta.
E' il suo simbolo. Mi chiama.
La percorro.
In questi mesi mi ha accolto come una vecchia dama. Gentile e accogliente.
Ma niente confidenze.
Non le appartengo.
Mi lascia percorrere le sue strade. Ma non si concede.
Per lei, non sono un buon partito.
Gli abitanti mi ignorano, con eleganza e gentilezza.
Sono stato bene.
Ma come un ospite.
Il percorso é iniziato qualche anno fa....
Un lento avvicinamento.
Una pace interna è stata la mia compagna.
"Ciao, bello" dice una donna consumata dalla polvere e dal volto scolpito.
E' ora di ritornare.
Questo viaggio é finito?
Forse una nuova meta.

lunedì 30 marzo 2015

Canone

Mentre ascolto l'arpa, scendo.
Scendo in cortile.
Il mio cortile.
La nebbia mi accoglie.
Mi avvolge.
Loro mi aspettano.
I miei compagni di giochi.
Di avventure e scorribande.
Il lampione illuminato ci guida.
Per la nostra avventura.
La sfida al mostro.
In fondo alla corte.
Vicino al cancelletto, che una volta era laggiù.
Siamo in tre.
Immaginiamo che il mostro a forma di cane a due teste ci guardi dall'oscurità.
La nebbia ci protegge.
La sera ci guarda dall'alto.
Le foglie a forma di elica scendono avvolgendoni su loro stesse.
E noi siamo invincibili. Siamo cavalieri.
Abbiamo forse nove anni e non sappiamo nulla di ciò che ci aspetta.
Non vogliamo il futuro.
Vogliamo ridere e fantasticare.
Dove siete amici miei?
Compagni della mia infanzia?

Vedo la scena.
Ora da spettatore esterno.
Dalla nebbia. Da Novembre.
Quarant'anni dopo.,,,,

martedì 10 marzo 2015

Prospettive

Appare un profilo.
Con una piega sulle labbra.
Dolce.

Appaiono lunghi capelli.
Si intravedono dalla vetrina.
Coprono la schiena.
Sinuosi e rassicuranti.

Appaiono le gambe.
Avvolte nel collant.
Il colore che adoro.
Intriganti.

Appaiono gli occhi.
Tristi e malinconi.
Sorridono poco.
Impenetrabili.

Sono quattro. Sono loro.

Riappare un uomo.
Così dicono.
Dicono di averlo visto.
Con la sua lunga barba.
In compagnia di una donna.

E' giusto rivederci?
Forse dovremo restare separati ma con i nostri ricordi.
Custodire le nostre immagini di quando eravamo bambini.
Sei l'unico uomo.




giovedì 19 febbraio 2015

Condivisione

Siamo in due.
Lo sento.
Io vivo in basso e tu sopra. Nel soppalco.
Non invado il territorio.

Ti sento la notte.
Cammini attraverso l'acqua.
La porta socchiusa.
La luce accesa.
Non ricordo. Forse sono io.
Il silenzio che cala ad una certa ora della sera.
Per rispetto.

Non sarà mai casa mia.

Il tuo respiro aleggia. Nella solitudine.

Una danza che verrà. Per me.
L'aspetto. Ascoltando il tuo profumo.

Ma tu non ci sarai.

sabato 17 gennaio 2015

Il tempio dell'A

Sono sereno.
Un po' sgonfio ma sorridente.
Un po' disincantato.
Un po' staccato.
Così staccato da stare di fronte alla bara.
Tranquillo.
Impassibile.
Vederla poi calare nel suolo con distacco.
Vederi i volti intono a me e non provare niente.
Forse avevo già la testa sui treni.
Sui sedili.
Guardare l'umanità che circonda le stazioni.

La cerimonia funebre posticcia.
I corpi come statue ad ascoltare un ometto farneticante.
Non avevo niente da dire e sorridevo dentro.
Nessuna emozione in quel Tempio.
Non c'ero.