mercoledì 9 dicembre 2009

Il link

Cliccaci sopra. Buona visione.

domenica 22 novembre 2009

Larissa.....

....... che non é Arlanda.

Purtroppo é così. Non riesco a spiegarmelo.
Il sud del mondo é diverso. Trascurato.
Forse si vive del proprio glorioso passato e si vegeta nel presente.

Finire con un piede nel cemento fresco di un marciapiede in costruzione mi doveva proprio capitare li, ad Arlanda non sarebbe successo.

Nord, Sud e Sud e forse ancora Nord. Vediamo. Niente proclami. Solo piccoli sogni che si possono realizzare....volendo.

Ehì, ma Pericle è stato qui?
Che fascino quelle signore che escono dalle Colonne.
Due passi sui libri di storia. Questo è impagabile. E tu piccola Arlanda non puoi capire.

"Athena was black" cantavano quei signori......
Il segreto forse..............


sabato 17 ottobre 2009

Lettera al passato

Ciao,

scusate. Sono parecchi anni che non ci vediamo. Non so neppure se ci rivedremo.
Vi scrivo allora per raccontavi cosa è successo nel frattempo.
Alcuni di voi sono fermi a 35 anni fa qualcuno invece mi ha frequentato sino all'inizio del millennio.
Poi ha deciso di lasciarmi.

Beh, parto dai più "vecchi" tra di voi.
Ho finito le scuole elementari con discreto successo e poi anche le medie. Alle medie sono stato promosso con "distinto". L'unico in tutta la scuola.
Sì, come dicevi tu! Mai omologarsi. Essere sempre se stessi......che poi significa solitudine.
Anche tu quando eri giovane hai fatto scelte uniche che hai pagato molto duramente.

Al liceo vivacchiavo. Tranne Storia, il resto delle materie mi annoiavano.
Non ero un brillante ma me la sono cavata . Sempre con dignità. Se meritavo un quattro. Me lo prendevo. E ne ho presi parecchi.
Dovevo fare la scuola per odontotecnici. Ma a quell'età si seguono gli "amici", che poi ho perso strada facendo.
In quei cinque anni sono ingrassato 20 chili e non sapevo il motivo. Stavo anche diventando cieco.
Io lanciavo allarmi ma la famiglia non rispondeva.
Più tardi mi diagnosticheranno un' Adenoma.

Chiusi il liceo e inizia un anno di università. Poi, stufo di studiare, inizio a lavorare. 1986.
Il lavoro, il lavoro....
Mi piace lavorare. Anche oggi è così seppur tra alcune difficoltà.
Il triennio 1990-1993 fù il periodo migliore della mia vita. Il lavoro girava, ampliai le mie conoscenze, la malattia veniva tenuta sotto controllo e....e...mi comprai una moto.
Non preoccupatevi, vado ancora in moto e grazie al cielo non ho mai avuto incidenti.
Dovete essere fieri di me. Sono un prudente. Anche in macchina.
Ops! Non me la sarò tirata vero?!?!

L'inversione di tendenza è arrivata nel 1995. Una doccia fredda. Lì ho capito che non esisteva l'immortalità. L'ho capito tardi.
Ti ricordi i cinque anni successivi? Hanno inciso sulla pelle e dentro.
Voialtri non li avete vissuti.
Ora mi rivolgo anche a te. Sino adesso sapevi tutto.

Sto lottando da nove anni e sono stanco. Ho ribaltato la vita e non so da dove incominciare.
Appena trovo la prima marcia, però, la ingrano.
Ehi! Dovreste vedermi adesso. Sono invecchiato ma mi tengo in forma con la palestra. Non mi riconoscereste.
Immagino un giorni d'incontrarvi per strada, fermarvi e dirvi: "sono io! sono Ivan". Lo so, è impossibile.

Mi congedo ma vi scriverò ancora per aggiornarvi.

Vostro, Ivan.

PS: su con il morale, come dicono i Monty Phyton....non è l'Inquisizione spagnola ;-)


mercoledì 7 ottobre 2009

Capolinea

Ti piace viaggiare?
Se impoverisce.

Che vuoi dire?
Se libera dal superfluo.

(F.B. 1998. p.39)

domenica 4 ottobre 2009

Lacrymosa

Oggi è uno di quei giorni che apro i cassetti per eliminare indumenti.

Indumenti che mi ricordano il passato che voglio dimenticare.
Mi ricordano il tempo, il tempo che passa. Il tempo con cui lotto da anni.
Mi ricordano il passato che è sempre presente. Perché il presente non esiste. E' già passato.

Tra qualche giorno o mese cercherò quella giacca, quella maglietta o quella camicia. Mi pentirò di averla gettata. Ma oggi è così.
Incolpo loro perché mi ricordano. Mi fanno ricordare.
Ma sì, adesso cambio. Dico sempre così. Poi il tempo passa e non cambio mai.

Adesso prendo la bici ed esco per sfuggire al tempo.....che mi rincorre.

Vado la in alto dove vorrei ricominciare......vorrei....

sabato 12 settembre 2009

Latitudine zero

Una passeggiata tra le dune dove le gambe sprofondano sino alle ginocchia. Dove l'unico rumore lo produci tu con il tuo respiro.
Un viaggio a bordo di un vecchio locomotore diesel che si intrufola in una galleria.
Il tramonto nel deserto.
La mattina di sabato in totale solitudine.
Cerco nella luce ma la soluzione è nel buio.

venerdì 14 agosto 2009

csi

Esprimiamo di più ciò che ci fa più paura.

domenica 19 luglio 2009

ARN - xpress

Un treno che corre a 172 km/h nella campagna.
Un bigliettaio bionda.
Un libro da ripercorrere "dal vivo".
Una pillola da ingerire per staccare.
Una stanza senza finestre.
Una trottola impazzita che non riesce a fermarsi.

domenica 12 luglio 2009

Trigono

Alla fine è arrivata anche per lei.

Da via Manin svolto in corso Venezia e mi dirigo verso piazza S.Babila. A 100 metri dal semaforo arriva l'interrogativo che a stento ho trattenuto negli ultimi mesi.

Arriva mentre "scalo" in terza.

Nooo. Lei doveva restarne fuori. Era la mia piccola ancora.

La parabola è iniziata nel 1990, ha raggiunto l'apice oggi. Adesso inizia la discesa.

Non ci sono stati mai alti e bassi. Era sempre in salita.

O forse sono stato io ad allontanarla prima che lei lo facesse con me. Vecchia tecnica di difesa per noi timorosi.

Martedì stacco, per tre giorni. Poi? Non c'é risposta.

Ma il tarlo rode e il desiderio di essere pungolato rimane.

Cosa vuoi? Una cosa che tu non sai.

domenica 14 giugno 2009

La trasmissione

Ogni volta che Ermete doveva collegarsi per ricevere i dati, si fermava e gli veniva in mente suo nonno.
Uno strano personaggio conosciuto attraverso i suoi diari.
Il nonno morì quando Ermete aveva tre anni.
Aveva imparato a conoscerlo e apprezzarlo leggendo i suoi racconti, i suoi aneddoti e mitici diari di bordo.

Il nonno, come si usava dire ai suoi tempi, era "fuori come un balcone". Si poteve definire anche un dietrologo.

Era anche una persona molto sensibile, sempre in conflitto con se stesso.
Da giovane era sempre combattuto tra stare nel gruppo, omologarsi, e seguire il proprio pensiero. Quindi isolarsi.

Ai tempi in cui il nonno era giovane la gente seguiva le mode, le tendenze, i modi di dire. Le vecchie televisioni bombardavano a getto continuo con programmi e spot da "lavaggio" del cervello.

Lui tentò sempre di resistere. Non sempre ci riuscì.

Ermete si collegò e cominciò a scaricare gli ultimi aggiornamenti.
La procedura richiedeva qualche minuto.

"Quando mi collego a internet e appare la scritta - aggiornamenti disponibili per tuo pc - provo un senso di intrusione". Così scriveva il nonno sul suo diario di bordo. Era convinto che le case produttrici di computer usassero quel sistema per sondare l'utente e controllarlo.
Ma soprattutto inoculassero un virus per costringerlo a cambiare computer. E questo avveniva sistematicamente ogni quattro anni.
Era tutto annotato.
D'altronte se avesse rifiutato gli aggiornamenti, il computer sarebbe diventato obsoleto molto prima.

Ermete pensava spesso a questa cosa.

Cinquant'anni prima, la "nuova guerra civile", aveva sconvolto il suo paese.

Il nonno l'aveva prevista. Come aveva scoperto i veri autori dell'11 settembre; il fallimento della sua azienda; la scomparsa dell'America come super potenza.
Sembrava dotato di un senso senso.

Negli anni che precedevano l'arrivo della guerra civile, il nonno aveva scritto frase inquietanti sui diari. La grafia si era fatta sempre più "isterica". Tentava di informare le persone ma loro erano impegnate "nell'immagine".
Si era iscritto a un gruppo di lotta clandestina. Era un grande.

Il petrolio finì e il governo di allora non riusci a colmare il vuoto delle esigenze del suo popolo. Era impreparato. La maschera cadde e il paese precipitò nel caos. Filo governativi e anti si scontrarono per quattro lunghi anni.

I paesi confinanti restarono a guardare. Si godevano lo spettacolo.
Finalmente questo scomodo vicino si stava eliminando da solo.
Intervennero quando la popolazione della vecchia Italia si era ridotta dell'80 per cento.
Lo fecero a modo loro imponendo il controllo totale sui superstiti e riducendo la nazione a semplice provincia del nuovo impero.

Ai nuovi nati veniva inserito un chip nell'0mero, un cavo usciva dal braccio e terminava con una "porta".
Una "porta" che collegava con il mondo esterno. Una "porta" da cui ricevere gli aggiornamenti per crescere e vivere

Ermete fù tra i primi 1000 nuovi nati a ricevere il dono.

Si collegava ogni quindici giorni all'apparecchio che teneva in casa e aspettava, con apprensione, la trasmissione finale. L'ultimo aggiornamento.

Ermete morì a settentacinque anni.

Il sever centrale della provincia aveva stabilito che era osoleto.

Fine trasmissione...............

lunedì 18 maggio 2009

Ritratto

Quando vedo la mia immagine sullo schermo, gli occhi si inumidiscono. Una lacrima corre lungo il lato destro sino alle labbra. Poi scompare.
Nessuno deve vedermi così.
Anni fa non mi sarei fatto fotografare. Non mi sarei messo in gioco.
Ora, come un pupazzo vanitoso, mi lascio trastullare dalle fotografe.

Cerco di comunicare qualcosa di me. Gioco con lo sguardo. Rimango criptico ma ogni tanto scappa un sorriso.

I miei occhi. Tristi, malinconici, severi, fanciulleschi...disperati.

Quella barbettina che cerca di maturare un eterno bimbo cattivo dentro ma costretto ad indossare la maschera che protegge, che illude, che nasconde.

Poi è il mio turno.
Lei ha uno sguardo da predatore. Colgo la mia anima nel suo profilo.
Con l'altra è subito feeling...troppo facile. L'altra ancora è invece la sorpresa. Una bambina che si scopre femmina tramite i miei occhi.
La quarta non si concede. Non riesco a coglierla come vorrei. Era la mia sfida. Persa. Peccato.

Bravo Ivan.

E' la strada per uscire dal blu?

sabato 9 maggio 2009

Le prime 24 h

- "Cosa fai il fine settimana?"
- "non ne ho la minima idea."

Così si è concluso il venerdì pomeriggio.
Così si é chiusa la settimana.
Era vero. Non avevo la minima idea.
Ho fatto un giro a Bonola e poi sono andato a festeggiare Paolo. 43 anni. Io resisto ancora.

Eravamo tutti, quasi tutti, intorno ai tavolini del bar. Non ho proferito verbo.
Mi capita ormai quando mi trovo con più di una persona.
Guardavo i commensali e nel frattempo pensavo. Vedevo la persone muovere la bocca ma non sentivo le loro voci.
Ogni tanto guardavo sua moglie. Sorrisi ma nessun discorso.
Forse lei vuole chiedermi qualcosa, forse.
Forse io volevo dirle qualcosa, forse.
Ho resistito circa un ora e mezza poi ho preso il tram.
Casa, cena frugale.....internet......letto.....anzi lettura..."Uomini che odiano le donne".
Dimneticavo, ho visto uno dei miei films preferiti.

Stamattina mi sono alzato alle otto meno venti.
Alle otto ero all'Slunga in perfetto stile italiota per un cappuccione che neanche mi andava e una brioche che invece adoro (in barba al colesterolo che sarà arrivato a 1000!).
Quaranta minuti ed ero già alla cassa "dieci pezzi". Peccato che fossero molti di più.

In tarda mattinata ho portato la moto dal meccanico e mi sono concesso un giretto su una R45, molto vintage.......anche nei freni. Per poco non.....

Pulizie di casa dalle 11.00 alle 15.00 e poi navigata in internet con sorpresa: oggi inaugurano il World Press Photo 2009.
Si impone una visita.
La mostra si tiene sempre in Corso Como,10.
Vale la pena. Le foto sono belle. Le persone venute a osservarle invece no.
Sono il peggio dei milanesi, la cosiddetta "bella gente". Arroganti, atteggiati, finti interessati, carampane di cartapesta, testosteronici macho di Porta Cicca e donnette vestite da micro mignotte. Pazienza.
Per fortuna tornando a caso con il Passante incontro anche stranieri. Mi sento meglio. Forse la nostra provinciale metropoli sta diventando cosmopolita. Speriamo.

Chiudo la serata cucinandomi un minestrone e sbocconcellando chicchi d'uva.
Scrivo il mio post e vedo che sta piovendo. C'é anche il vento.

Domani è un altro giorno e si vedrà, diceva l'Ornella.......mi aspettano altre 24h.

'Notte.

domenica 3 maggio 2009

Il nulla

Voglio scrivere un post ma non trovo l'argomento. Meglio, ho un paio di idee in testa ma fatico a svilupparle.

Pazienza, cerco di assecondarmi e....non scrivo alcunché.

Silenzio.

Ritorno nel blu.

Però ve lo dico lo stesso.

lunedì 6 aprile 2009

.....

il mio "incubo" è il sogno......

'notte

giovedì 26 marzo 2009

tic tac

Acceso spento. Si no. Bello brutto. Ho capito ....macché non ho capito niente. Lo faccio....rinuncio.
Dentro è così.
In continuazione. Poi arriva la sera...la notte...e inizi il sonno che scollega tutto.
La mattina si ricomincia.

Fuori è diverso. La maschera ti aiuta. La maschera che camba in continuazione.
La maschera sopra la corazza.

Intanto il tempo passa.

Intanto immagini......e .........sogni.

giovedì 12 marzo 2009

Stratford-upon-Avon

Hai paura di essere nelle azioni quale sei nel desiderio?
Vorresti avere quello che consideri l'ornamento della vita
e vivere stimandoti tu stesso un vile,
sempre desiderando senza mai osare,
come il povero gatto del proverbio?

WS

domenica 1 marzo 2009

Bartùla


Ogni volta che arriva il Carnevale mi viente in mente una vecchia filastrocca oleggese che mi cantava mia mamma quando ero bambino.
Mi ricordo una strofa sola.
Questa canzone mi rattrista un pò e mi fa dire che il Carnevale non lo voglio festeggiare.
Lo dico ogni anno anche se mi vestii da maschera anch'io e non moltissimo tempo fa (memorabile il Cappuccetto Rosso).
Quest'anno non ho fatto eccezione ripetendo a me stesso e a chi me lo chiedeva che è una festa triste.
Poi Sabato pomeriggio è arrivato un "ivanilmatto", il terzo nel giro di una settimana, è ho fatto esattamente il contrario.
Armato di macchina fotografica sono andato in centro a Milano e ho cominciato a scattare. mantenendo la stessa posizione ho fotografato persone diverse. Scattavo con gioia ma senza logica. Poi, come d'incanto, è apparso il folletto ritratto in foto. Mi ha concesso 10 secondi del suo sguardo e due scatti. Puf! sparito......
Dopo trent'anni di foto mi convinco sempre di più che il ritratto è il genere che preferisco unito ai fiori. Siiii...ma è difficilissimo (!).
Le foto classiche delle gite non mi convincono più. I panorami poi.....
Sono le persone che mi attirano, forse perché non le capisco. Pazienza....magari le capirò...un domani....nel frattempo scatto.
La sfilata di Carnevale è semplice, tutti vogliono essere fotografati.
Più arduo sarà catturare l'immagine dalla strada, rubarla o convincere una persona a posare (i fiori non si lamentano....ehh ehh!).
La scorsa primavera mi sono messo in gioco facendomi ritrarre. Riguardo quelle immagini e...mi vedo.
Ovviamente i volti che mi catturano di più sono quelli femminili, però voglio tentare un autoritratto. Da esaltato......
Sono stato bene questo sabato pomeriggio di fine febbraio......
Ho preso il tram per Roserio quando il sole ha cominciato a tramontare e i miei occhiali da sole non mi permettevano di fotografare....
Non li ho tolti...io, il mio sguardo, non lo concedo......
Carnivè gh'al nom bartùla....
Ciao

sabato 21 febbraio 2009

Route 66

Eh beh, sì, un pò di States non guasta mai.
Nella nostra società di atteggiati, fa'....... "figo". Io poi non fumo e non bevo alcoolici che aiutano molto nel costruire l'immagine............magari di cartapesta. Quindi.......

L'idea però dell'autostrada, nostrana ovviamente, mi riporta ad un ricordo di 20 anni orsono.

Novembre. Nebbia. Un'Alfa con a bordo 3 ragazzi e 2 ragazze. Direzione Marina di Massa. L'autoradio annuncia la caduta del Muro di Berlino.
Inizio dei commenti.
Poi Evelyn estrae una musicassetta, la inserisce nell'apparecchio e dice:
- "Ascoltate questa musica da macchina, da autostrada".
Iniziano i Fleetwood Mac con Tell Me Lies. Siamo alla fine degli anni 80.
Che sensazione piacevole, la musica si diffonde nell'abitacolo e comincia ad anestetizzarmi la mente lasciando che il mio cuore prenda....il suo spazio.
Poi la nebbia scompare, inizia la Cisa e.....ecco il mare. Il mare d'autunno.....

Quella frase mi accompagna sempre. Quando ho bisogno di staccare per non "collassare" inserisco gli auricolari e.........via con la musica.
Comincia la narcosi....che ultimamente è desiderata molto.
Chiudo gli occhi, guardo le montagne e.....sono sull'autostrada. Questa volta da solo, in moto, verso sera ma d'estate.

Tell me lies......tell me sweet little lie
..........che vi dicevo,,,,,,, un pò di english, vero no (?)

domenica 8 febbraio 2009

....e venne il sole

esci da quella scatola grigia appoggiata su palafitte gialle con la tristezza in corpo.
Gli occhi che vagano lungo il sentiero delimitato da steccati stile ranch......mi sento tradito.....
Ho speso anni...senza mai risparmiarmi....eppure ti rendi conto che sei un numero.....anzi un vecchio numero.
La tristezza si trasforma in rabbia, come ormai spesso mi accade e la testa immagina scenari di vendetta.....
Adesso cosa faccio......?
Sì...perché il "blu" ti invita a porti sempre la stessa domanda....fare qualcosa per nutrire la propria mente....per riempire un poco il bicchiere in modo da potersi dissetare.....
Arrivo davanti ad una nuova scatola.....sempre grigia.....ma riempita di esseri frenetici che cercano di acquistare qualcosa per nutrirsi o per appagare la propria noia.
Basta........la nausea ha il sopravvento e decido di dirigermi verso una terza scatola, arancione.
Mi porterà a casa, sempre utilizzando gli stessi binari immaginari......
Domenica ci sarà il sole.......devo pulire il balcone. Anzi...ho già finito.
Accendo il mio amico.........e prendo il taccuino......................................

domenica 25 gennaio 2009

Belgique

L'unico e la sua proprietà. Teoria dell'egoismo. L'altro esiste solo per il mio piacere.

C'è la mania di dare del pazzo alle persone che non si comprendono.

L'ambiguità è la sorgente del dolore..........

Paradosso dell'infinito: si intuisce una libertà che non c'é.

Bisognerebbe sempre avere qualcosa da cui fuggire per coltivare in se quella possibilità meravigliosa. D'altronde, c'é sempre qualcosa da cui fuggire. Non foss'altro che da noi stessi.


PS ho cambiato il mio nome. Vi ricordate l'Ottobre Rosso?

lunedì 5 gennaio 2009

Ianua



Sono successe un mucchio di cose lo scorso anno, tutte insieme e tutte strane, e la cosa più strana di tutte è che non so minimamente come devo comportarmi.

Su tutto domina un tono di cinismo che mi lascia fortemente sconcertato.

Ultimamente parlo pochissimo, perché quasi tutte le parole dette, mi sembrano inutili e dannose.

Quanti anni avevo quando ho finito di giocare?